I Giapponesi e la paura del numero 4
Nella tradizione occidentale, il numero quattro spesso è simbolo di stabilità e concretezza; quattro sono gli angoli della terra, come i punti cardinali e le stagioni, lo stesso non è tuttavia in Giappone e nei paesi vicini.
Il termine Shi, che indica in giapponese il numero 4, ha un suono identico alla parola Morte. Il medesimo fenomeno è presente anche nella lingua cinese e in quella coreana: si può parlare di una vera e propria tetrafobia in diversi paesi dell’Asia. Per tale motivo vengono spesso evitati numeri civici e piani terminanti con il numero 4; nei cortili delle case tradizionali cinesi, come nei vasi dei bonsai, le piante non vanno mai sistemate a gruppi di quattro. Allo stesso modo non esistono in Giappone servizi di piatti o da tè per quattro persone. Questa superstizione ha conseguenze anche per quel che riguarda la disposizione dei tatami. Se gli angoli di quattro tatami si toccano formando una croce, è un segno di malaugurio.
Oltre che alla tetrafobia, l’avversione nei confronti dei disegni a croce, sembra legata all’impostazione strettamente militare della società giapponese. Un quadrivio infatti risulta particolarmente difficile da proteggere in caso di scontri armati: agli incroci formati da quattro vie, i giapponesi prediligevano le strade con incroci a T, dove la difesa risultava più facile, dal momento che si avevano due soli lati scoperti invece di tre.